Contatori Geiger-Müller

Un contatore Geiger-Müller è composto da un catodo cilindrico di 1-10 cm di diametro con una lunghezza che è da due a dieci volte maggiore.  Esso opera nella regione E della curva segnale d'uscita-potenziale in un rivelatore a gas.



Un esempio di un piccolo contatore Geiger ad uso didattico.
Vedi anche delle ulteriori immagini di contatori Geiger
di tipo storico o impiegate in esperimenti didattici.


In questi dispositivi la carica raccolta è indipendente dalla ionizzazione primaria. Infatti oltre alla ionizzazione si hanno fenomeni quali l'eccitazione seguita da emissione di luce visibile e ultravioletta. Una piccola parte di tali fotoni dà luogo ad emissione di fotoelettroni che generano nuova ionizzazione, tramite il processo della moltiplicazione a valanga. Nella regione di funzionamento di un contatore Geiger-Müller basta una sola coppia primaria per dar luogo ad una scarica a valanga completa e, quindi, l'ampiezza dell'impulso in uscita non è più una misura della ionizzazione primaria. Da ciò si comprende che un contatore Geiger può essere utilizzato come contatore di radiazione e non in esperimenti di spettroscopia.

Un grafico ottenuto riportando in ascisse le tensioni applicate, ed in ordinate il numero degli impulsi registrati in un intervallo di tempo T (uguale naturalmente per tutte le misure) si chiama "curva caratteristica del contatore" ed ha l'andamento mostrato nella figura sottostante:

Tale curva presenta una zona lunga centinaia di Volt a piccola pendenza che viene chiamata "plateau" del contatore.
La tensione di lavoro del contatore viene scelta a circa 1/3 di tutto il plateau, in modo che eventuali variazioni nella tensione di alimentazione V del contatore non lo portino al di fuori della regione di lavoro; d'altra parte, l'applicazione di una tensione più alta può produrre cariche spurie all'interno del rivelatore.

Impieghi vari

In base alla geometria essi possono funzionare come rivelatori di raggi b, g o X.
I contatori per raggi b devono poter offrire devono un piccolissimo assorbimento agli elettroni e per tale motivo una parte del tubo viene provvista di una finestra ricoperta da un materiale molto sottile, di bassa densità e di resistenza meccanica sufficiente a sopportare la differenza tra pressione interna ed esterna. Solitamente tali finestre sono fatte in mica.
I contatori per raggi g  funzionano a causa della ionizzazione dovuta agli elettroni prodotti per effetto fotoelettrico, per effetto Compton o per creazione di coppie dall'interazione dei raggi g con le pareti o con il gas di riempimento. A causa della bassa probabilità di interazione con il gas, occorre affidarsi all'interazione con le pareti e utilizzare contatori senza finestra e con spessori notevoli delle pareti metalliche. Con tutto ciò l'efficienza risulta molto bassa.
I contatori per raggi X sono simili a quelli per raggi b. Infatti poiché i raggi X sono fotoni con energie più basse dei raggi g, occorrono contatori con pareti sottili e con finestra di mica, in modo che l'interazione avvenga con le molecole del gas. Generalmente i gas impiegati sono l'argon, il krypton e lo xenon.

I rivelatori Geiger-Müller possono avere anche altri impieghi come ad esempio la misura del coefficiente di assorbimento per raggi a o b nell'attraversare un mezzo materiale. Ciò può essere ottenuto misurando il numero di conteggi in un tempo fissato in assenza di materiale e vedendo come questo varia interponendo fra sorgente e contatore il materiale di volta in volta con spessori diversi. Una rappresentazione schematica dell'esperimento è data di seguito:

 

 

La realizzazione pratica di tale esperienza è data nella galleria di foto di questa sezione.

  Rivelatori a gas